Abbiamo visto la prima e unica stagione della serie thriller sci fi di produzione tedesca intitolata Cassandra, dal 6 febbraio scorso in programmazione su Netflix. Questa è la nostra recensione.
La serie è stata scritta e diretta da Benjamin Gutsche, nel cast trovano spazio Lavinia Wilson nei panni di Cassandra, inoltre Mina Tander, Michael Klammer, Franz Hartwig, Mary Tölle e Joshua Kantara. La trama segue una famiglia che si trasferisce presso una casa intelligente realizzata intorno agli anni ’70. I nuovi abitanti troveranno Cassandra, un’assistente domestica elettronica che, dopo circa 50 anni, riprenderà a funzionare.
Cassandra | Commento
La serie viene sviluppata su due diversi piani temporali:
- il presente, rappresentato dalla nuova famiglia che si è trasferita presso la vintage “Smart Home“;
- il passato, in cui vengono raccontate le motivazioni della nascita di “Cassandra“.
La narrazione è serrata, tutto è infatti finalizzato alla creazione di paura, ansia e tensione, senza l’utilizzo di inutili orpelli o stancanti sotto-trame, necessari solo ad allungare la minestra, non serve utilizzare simili stratagemmi, sempre più spesso usati in maniera eccessiva, lo spettacolo finisce con la prima stagione attraverso una spiazzante e giusta conclusione.
L’inizio di Cassandra è abbastanza soft, ma con il proseguire della narrazione il ritmo aumenta e aumenta anche la tensione, uno “strumento” dall’aspetto vintage, che inizialmente poteva sembrare una innocua “Proto Alexa“, va ad assume sempre più l’aspetto di una minaccia delirante e mortale.
Chi è Cassandra? Ma soprattutto: perché Cassandra? A tali domande il passato, sapientemente costruito dagli autori, riesce a dare le giuste risposte attraverso la visione e la comprensione di un pesante dramma familiare. Il presente resituisce invece una offuscata comprensione di una crescente minaccia che porterà i “nuovi inquilini” a vivere un vero e proprio inferno.
Le due protagoniste femminili Lavinia Wilson e Mina Tander sono fantastiche nel come rappresentano le loro sofferenze: la prima vittima sacrificale nel suo passato umano e la seconda vittima a causa del passato della Wilson.
La creazione dell’aspetto “retro futuristico” del robot – molto simile ad una “Aspirapolvere Folletto” con un monitor CRT al posto della testa – ha qualcosa di buffo e nel contempo di sinistro. La sua presenza nel presente e una costante minaccia causata da una continua “disintegrazione mentale”, dovuta al suo vissuto umano, caratterizzato da una cocente instabilità emotiva.
Certamente la serie ha nel suo alcuni cliché più volte visti: l’intelligenza artificiale che diventa ostile e mortale nei confronti di chi l’ha creata. Qui l’I.A. è però uno solo dei diversi componenti di complesse motivazioni che hanno concorso alla creazione di “Cassandra“. Gli autori, inoltre, riescono in soli sei episodi, a imbastire un narrato essenziale e diretto, ciò senza sacrificare l’approfondimento psicologico dei personaggi. Compito, questo, facilitato da prove attoriali di grande livello.
Consigliata agli amanti del genere retro futuristico e dei thriller con forti tinte horror.
Cassandra | Recensione della serie sci-fi di Netflix

Regista: Benjamin Gutsche
Data di creazione: 2025-02-10 16:18
Scopri di più da UNIVERSAL MOVIES
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.