Bumblebee, la recensione dello spin-off Transformers

Bumblebee è un film del 2018, diretto da Travis Knight, e parte del franchise legato ai mitici Transformers. Questa è la nostra recensione.

Nel cast diretto da Knight, spazio per Hailee Steinfeld, Jorge Lendeborg Jr, John Cena, John Ortiz, con le voci – per i robot – di Peter Cullen, Angela Bassett, Justin Theroux e Dylan O’Brien.

Su Cybertron è guerra civile tra Autobot e Decepticon: i primi intenti a difendere il pianeta, i secondi invece pronti a distruggerlo, per colonizzarne di nuovi. Il leader degli Autobot (Optimus Prime) invia il suo più fidato guerriero (Bumblebee) sulla Terra per creare una sorta di avanposto futuro per i rifugiati, ma l’incontro con gli umani non è proprio pacifico. L’Autobot, ferito e spaventato, trova però in una giovane emarginata (Hailee Steinfeld), una tenera amicizia.

La Recensione

Nato come semplice spin-off della saga originale (Transformers), durante la produzione Bumblebee si è trasformato in una sorta di reboot dell’intero franchise. Pertanto il futuro di Optimus Prime e company sul grande schermo sembra proprio legato al successo di Bumblebee.

Dimenticata la roboante regia di Michael Bay, la Paramount per il nuovo corso ha scelto di affidarsi alle mani di Travis Knight, regista dell’ottimo Kubo e la Spada Magica, e mago dell’animazione targata Laika.

A parte un prologo ricco di combattimenti, ed esplosioni in pieno stile Bay, il film di Knight prende da subito le distanze dai capitoli predecenti, e non solo per il numero di milioni spesi, alto si ma lontano dagli standard della saga. Bumblebee è un film con un cuore, regala emozioni, ed è maggiormente rivolto alle famiglie, offrendo tra l’altro un giusto connubio tra semplice intrattenimento e pura narrazione.

Lo scontro tra Autobot e Decepticon è il fulcro della storia, ciononostante Knight dà grande importanza all’emozionante rapporto tra “l’alieno” e la giovanissima umana Charlie (Hailee Steinfeld). Per motivi chiaramente differenti, i due “strani amici” vivono momenti difficili della loro esistenza. Bee e Charlie sono da considerare due emarginati, e pertanto due soggetti emotivamente perfetti nel dare vita ad una sotto-trama interessante e per nulla scontata.

Nonostante un budget meno spropositato rispetto ai capitoli precedenti, gli effetti di Bumblebee risultano nitidi, ed in generale ben gestiti. Lo scontro su Cybertron che apre la pellicola è spettacolo per gli occhi, e non solo per lo stile dato ai robottoni della Hasbro, finalmente vicino a quello celebre della serie animata Transformers G1. La colonna sonora, e le splendide ambientazioni datate, fanno di Bumblebee un film nostalgico, e più incline a toccare le corde emotive degli oramai ex ragazzini degli anni ottanta.

La recitazione di Hailee Steinfeld è di pregevole fattura. La giovanissima attrice mostra le sue doti eclettiche, regalando un personaggio al pubblico capace di esprimere un gran numero di strati emotivi. Il suo rapporto sullo schermo con Bee – un enorme robot creato digitalmente – è ben gestito, e questo non può che essere un altro lato positivo da appuntare nella sua ottima prova.

In conclusione Bumblebee risulta, sotto tutti i punti di vista, il miglior Transformers movie di sempre. Non ce ne voglia il buon Michael Bay, ma lo spettacolo senza anima non paga per sempre. Bravo Knight.


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