E’ stato rilasciato ieri sulla piattaforma Netflix il primo film interattivo parte dell’universo Black Mirror, noi lo abbiamo visto per voi. Ecco la recensione di Bandersnatch. .
E’ il 9 luglio del 1984, ed il protagonista, il diciannovenne ed aspirante programmatore Stefan Butler (Fionn Whitehead), si appresta ad affrontare il colloquio presso la Tuckersoft, emergente Software House diretta da Mohan Thakur (Asim Chaudhry) dove lavora l’affermato programmatore Colin Ritman (Will Poulter), venerato dallo stesso Stefan.
Questo è tutto ciò che possiamo raccontarvi della trama, perché da questo momento in poi sarete voi gli artefici del destino dei personaggi utilizzando i tasti presenti sul vostro telecomando o sul vostro Smartphone.
Recensione
Netflix pensa, Netflix fa. Fino ad oggi siamo stati abituati a seguire un film con una trama che viaggiava su binari ben delineati, avendo ben chiaro che il prodotto che ci veniva proposto fosse stato studiato, sceneggiato e diretto con il solo intento di fornire allo spettatore uno ed un solo prodotto.
Con Bandersnatch, primo film interattivo dell’universo Black Mirror, facciamo un passo avanti. Lo spettatore, per quanto possibile, è lui stesso regista. Viene messo di fronte a dei bivi. Compie scelte creando un’infinità di percorsi alternativi che portano a situazioni e finali differenti. Noi di Universal Movies, siamo riusciti ad esplorarne solo alcuni. Ad ogni nuovo inizio, o scelta sbagliata, ci siamo resi conto che dovevamo affrontare la visione di questa “pellicola” non come se fossimo dei semplici spettatori, ma come se fossimo dei giocatori. Pian piano ci siamo immedesimati nel ruolo di videogamer, ed abbiamo affrontato Bandersnatch per quello che è, un perfetto videogioco in stile anni 80.
Ma Bandersnatch non è solo questo, è un esperimento di Netflix riuscito sotto tutti i punti di vista. Nato forse come provocazione, ma decisamente intrigante, si pone come apripista per un possibile futuro dell’intrattenimento fatto, non solo di pura visione, ma di interazione.
Perfetta la regia di David Slade, che riesce a non incappare in incongruenze, nonostante ci si diverta a selezionare le scelte più assurde. Ottima la sceneggiatura. Nei percorsi che abbiamo al momento esplorato si nota una cura particolare per ogni singolo dettaglio, non a caso è Charlie Brooker l’autore, colui che ha dato vita alla spettacolare serie Black Mirror. La fotografia, in linea con le migliori serie di Netflix, regala un esperienza visiva unica.
Bene tutti gli attori. Whitehead è giovane, ma regge bene lo schermo; Poulter offre una prestazione particolare, lontana dai soliti personaggi a cui siamo abituati.
Chiudiamo questa nostra disamina con una nostra provocazione, in linea con Bandersnatch. Volete qualche piccolissimo spoiler sui possibili finali alternativi? Beh, nel caso cliccate qui (password: bandersnatch).
In fondo è solo una vostra scelta.