Abbiamo visto la prima stagione di Alien: Pianeta Terra (Alien Earth), la serie FX creata da Noah Hawley, già completamente disponibile su Disney+ nei suoi primi otto episodi. Questa la nostra recensione.
Alien: Pianeta Terra è da considerarsi quale prequel del cult movie del 1979 per la regia di Ridley Scott, dove per la prima volta vedemmo il famelico essere xenomorfo. Nel cast figurano Sydney Chandler, Alex Lawther, Timothy Olyphant, Essie Davis, Lily Newmark, Samuel Blenkin, Babou Ceesay, Adarsh Gourav e Adrian Edmondson.
La serie è ambientata Nel 2120 e vede la Terra governata da cinque compagnie: Prodigy, Weyland-Yutani, Lynch, Dynamic e Threshold. In questa Era Corporativa, i cyborg (esseri umani con parti sia biologiche che artificiali) e i sintetici (robot umanoidi con intelligenza artificiale) convivono con gli esseri umani. Ma le regole del gioco cambiano quando il giovane prodigio Fondatore e CEO della Prodigy Corporation svela un nuovo progresso tecnologico: gli ibridi (robot umanoidi con coscienza umana). Il primo prototipo di ibrido, chiamato “Wendy”, segna una nuova alba nella corsa verso l’immortalità. Dopo che l’astronave della compagnia Weyland-Yutani si schianta su Prodigy City, “Wendy” e gli altri ibridi affrontano misteriose forme di vita, più terrificanti di quanto chiunque avrebbe mai potuto immaginare.
Alien: Pianeta Terra | Una serie divisiva e altalenante
Per oltre quattro decenni, tra alti e bassi del franchise cinematografico, Alien – il mostro – è stato al vertice dell’horror fantascientifico. Noah Hawley, in Alien: Pianeta Terra, ha voluto trasportare questo essere per la prima volta sulla Terra, nell’universo del piccolo schermo, dove però non figura più quale attore principale, ma condivide lo spettacolo con altri terribili esseri alieni.
L’episodio pilota affonda in maniera profonda le sue radici all’inizio della saga: il puro terrore è l’elemento essenziale. L’atmosfera è cupa e ansiogena. La costruzione di questo mondo iniziale ci riporta così con la mente a bordo della vecchia “Nostromo”. Questo primo capitolo è poi ulteriormente impreziosito nella sua conclusione dalle note di Mob Rules, un inquietante e rabbioso brano dei Black Sabbath, dove il testo ben si addice ad un soggetto incentrato sul puro terrore.
La trama, comunque, vira quasi subito su diversi percorsi narrativi: mentre i precedenti capitoli cinematografici accennavano solamente ad un mondo dominato dal profitto aziendale, “Pianeta Terra” approfondisce ulteriormente questo aspetto, presentando il nostro pianeta sotto il controllo di “mega-corporazioni” in gara tra loro nel perfezionare la vita artificiale. La già nota Weyland-Yutani è presente, ma la serie si concentra su Prodigy, guidata da un giovane ed eccentico Boy Kavalier (Samuel Blenkin).
Purtroppo lo spettacolo così come pensato tradisce lo spirito iniziale del franchise, presentando il mostro sminuito di alcuni dei suoi ingredienti principali presenti in ogni sua precedente incarnazione, su tutti: il suo istinto primordiale e la sua enorme carica orrorifica, tanto da risultare molto più inquietante una “povera pecorella” posseduta dalla nuova creatura a forma di “Occhio Tentacolare”. Ora Alien è relegato a povera vittima dello sfruttamento aziendale.
Il risultato finale di questo progetto è – a nostro avviso – assai divisivo e altalenante, con la conseguente alternanza di episodi validi a episodi banali e riempitivi.
Alien: Pianeta Terra, Come si comporta il Cast?
Altra problematica che possiamo ricontrare in Alien Pianeta Terra è forse la presenza di un numero eccessivo di personaggi, molti dei quali non sono sufficientemente caratterizzati. Il sempre affidabile Timothy Olyphant, che veste i panni di Kirsh il sintetico biondo, è sprecato e relegato ai margini. I membri più giovani del cast appaiono archetipi insipidi, senza volto e, in alcuni casi, superflui.
Il focus narrativo si concentra su Wendy, interpretata da Sydney Chandler, una bambina malata terminale la cui coscienza viene impiantata su un giovane corpo sintetico dotato di poteri sovrumani. Il parallelismo tra Wendy e Ripley, che istintivamente viene fatto, appare fuori luogo. La differenza tra i due personaggi è chiara: in Ripley traspare prepotentemente la sua vulnerabilità e la sua forza in egual misura, mentre Wendy è fredda, calcolatrice e quasi priva di emozioni, fatte salve le uniche rivolte a su fratello Joe (Alex Lawther). Sydney Chandler riesce bene a trasmettere queste caratteristiche nel suo personaggio, risultando molto convincente nel ruolo.
In conclusione
Molte sono le idee e le sottotrame contenute negli otto episodi di questa prima stagione, purtroppo non esplorate e approfondite in maniera sufficiente, Alien: Pianeta Terra appare così quasi come il prologo di una probabile seconda stagione. La conseguenza di ciò è una scrittura debole, derivativa e piena di cliché. Troppi episodi si trascinano stancamente, sovraccarichi di sciocchi dialoghi e scene ripetitive. Logica e motivazioni spesso magicamente svaniscono.
Alien: Pianeta Terra | Recensione della serie di Noah Hawley

Regista: Noah Hawley
Data di creazione: 2025-10-08 16:48
2.5
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