Addio a Giorgio Albertazzi – L’attore toscano è morto a Roma all’età di 92 anni

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Ci lascia un grande esponente del cinema e del teatro italiano: la notte scorsa, all’età di 92 anni, è morto Giorgio Albertazzi, attore, regista e sceneggiatore che ha calcato le scene di tutti i teatri dalla fine degli anni Quaranta, con i registi Luchino Visconti e Franco Zeffirelli, fino ai giorni nostri, senza disdegnare la televisione. La sua presenza scenica, capace di aderire a qualsiasi ruolo, è stata (e sarà) fonte d’inspirazione per tutti gli attori di cinema e teatro.

Nato a Fiesole nel 1923, Albertazzi debuttò in teatro con Troilo e Cressida, opera di Shakespeare per la regia di Luchino Visconti. Il suo esordio al cinema avvenne nel 1951 nel film Lorenzaccio di Raffaello Pacini, ma è da ricordare anche la sua partecipazione al film Don Camillo (1952) di Julien Duvivier in cui recitò accanto a Fernandel e Gino Cervi. Ritrovò Visconti nel 1957 per il film Le notti bianche, tratto da un racconto di Fedor Dostoevskij in cui recitò accanto a Marcello Mastroianni.

La consacrazione internazionale, per quanto riguarda la carriera cinematografica, avvenne nel 1961 quando recitò nel film L’anno scorso a Marienbad, diretto da Alain Resnais e vincitore del Leone d’Oro a Venezia. Il film, annoverato tra i capolavori della Nouvelle Vague, vede protagonisti un uomo e una donna, rispettivamente chiamati X e A; l’uomo afferma di aver conosciuto la donna l’anno prima a Marienbad, ma la donna non è certa che questo incontro sia avvenuto.

Negli anni Sessanta e Settanta, importanti furono le collaborazioni con il regista Joseph Losey, con cui lavorò in due film, Eva (1962) e L’assassino di Trotsky (1972), ma Albertazzi non disdegnò neppure il cinema di genere, tanto da prendere a parte ad alcuni film diretti da Stelvio Massi (5 donne per l’assassino e Mark il poliziotto) e, sul finire degli anni Novanta, per Pasquale Squitieri in Li chiamarono…briganti (1999) e L’avvocato De gregorio (2003): film non memorabili, ma che misero in luce la sua poliedricità e la sua capacità anche in prodotti di genere per conquistare quella fetta di pubblico dedita ai film di genere.

Albertazzi esordì dietro la macchina da presa al cinema nel 1970 con Gradiva, tratto dal racconto di Wilhelm Jensen (nel 1969 aveva diretto lo sceneggiato televisivo Jekyll). Tornò alla regia nel 1981 per la mini serie tv George Sand e nel 1988 per il film tv Gli angeli del potere. Il suo ultimo film risale al 2011, ovvero C’è chi dice no di Giambattista Avellino, con Paola Cortellesi, Luca Argentero e Paolo Ruffini.

Una carriera lunga, camaleontica, poliedrica e contraddistinta da una diversità di ruoli e da un approccio ai più svariati mezzi di comunicazione che Albertazzi riuscì a elevare allo status di mezzi d’espressione.


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