Venezia 73 – On the Milky Way divide, Monica Bellucci è sempre divina e Lav Diaz colpisce

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Da qualche tempo a questa parte, il cinema di Emir Kusturica (che, ricordiamo, ha realizzato capolavori come Underground e Gatto nero, Gatto bianco) ha perso quello smalto dell’inizio e non è più riuscito a ottenere il plauso della critica. Anche il suo ultimo lavoro, On the Milky Way, interpretato dal regista e da Monica Bellucci e presentato in concorso alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ha ricevuto pareri piuttosto discordanti.

Ecco la sinossi:

Primavera in tempo di guerra. Ogni giorno un lattaio attraversa il fronte su un asino, schivando le pallottole per portare la sua preziosa merce ai soldati. Baciato dalla buona sorte nella sua missione, amato da una bella ragazza del paese, sembra destinato a un futuro roseo… fino a quando l’arrivo di una misteriosa donna italiana gli sconvolge la vita. Comincia così una storia di amore passionale e proibito che li farà precipitare in una serie di avventure fantastiche e pericolose. Sono stati uniti dal fato, e niente e nessuno sembra in grado di fermarli…

Accanto a pareri lodevoli nei confronti del film, dunque, si affiancano considerazioni più tiepide se non addirittura completamente negative. Tutti concordi, invece, nell’esaltare la bellezza di Monica Bellucci, sempre divina nella sua mise e sempre elegante da far tremare attrici ben più giovani.

Nell’articolo di stamane abbiamo (ho) scritto che il film di Kusturica sarebbe stato l’ultimo film in concorso a essere presentato. Ci scusiamo (mi scuso) per l’errore, dato che oggi è stato anche il turno di The Woman who Left del filippino Lav Diaz. Come ormai il regista ci ha abituato, anche questo film è un vero e proprio fiume nella sua durata (226′, comunque più breve rispetto a lavori precedenti) e, nonostante le difficoltà imposte dalla visione (il regista adopera piani-sequenza di notevole durata), per molti è uno dei film che può concorrere per il Leone d’Oro. La sinossi:

Per Horacia Somorostro la vita è diventata una vera e propria reclusión perpetua, una prigionia, piena di colpi di scena e imprevisti problematici, crudeli e inspiegabili. Siamo nel 1997. La principessa Diana muore in un violento incidente automobilistico; il mondo è rattristato dalla morte di Madre Teresa; le Filippine, diventate la capitale asiatica dei rapimenti, sono nella morsa della paura.

 


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