Venezia 73 – Accoglienza tiepida per The Bad Batch, più convincente il film di Kim Rossi Stuart

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Tiriamo le somme di questa sesta giornata della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Oggi il clamore è stato tutto per Ana Lily Amirpour e il suo The Bad Batch e per Kim Rossi Stuart e il suo secondo film da regista, Tommaso (presentato fuori concorso). Entriamo maggiormente nel dettaglio.

La regista Amirpour, inglese di nascita, americana d’adozione ma iraniana nelle origini, partiva forte visto il suo precedente film, l’horror in bianco e nero A Girl Walks home alone at Night con cui si è fatta notare nei circuiti cinematografici internazionali. Ora, in una vetrina dalla visibilità esponenziale come Venezia, ha presentato The Bad Batch che si propone di essere un western con tocchi horror in cui una ragazza riesce a scampare da una tribù di cannibali che la privano di una braccio e di una gamba e giungere in una città che potrebbe rappresentare l’ultimo baluardo per un’utopia civile. Il film, nonostante il mix di generi che si offre di reinterpretare, ha avuto un’accoglienza piuttosto tiepida (molto criticato il cast, comprendente Jim Carrey, Keanu Reeves, Jason Momoa e Giovanni Ribisi) e in molti si sono chiesti se un film del genere debba meritarsi la presenza a Venezia in concorso; lo stesso discorso, però, è stato fatto anche per Piuma e per Brimstone, dunque…

L’atteso ritorno alla regia di Kim Rossi Stuart, dopo l’ottimo Anche libero va bene, non ha accontentato tutti, ma è risultato piuttosto convincente. Sia ben chiaro, non ha ricevuto il plauso unanime della critica presente al Lido, ma la storia di Tommaso e del suo rapporto complicato col genere femminile si è portata a casa un giudizio tutto sommato positivo a cui gli si accusa di essere solo un po’ troppo cervellotico nello sviluppo della narrazione e del personaggio.

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