[Recensione] Moonlight di Barry Jenkins: la difficoltà di capire chi essere

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Ad aprire l’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma “Moonlight” di Barry Jenkins, un film dal sapore dolce amaro ispirato al dramma teatrale di Tarell Avin McCraney “In Moonlight Black Boys Look Blue”, prodotto da Brad Pitt.

moonlight2Il regista Barry Jenkins porta sullo schermo un dramma suddiviso in tre archi temporali corrispondenti alla crescita di Chiron, un bambino che quotidianamente deve fuggire dai suoi compagni bulli che tentano di picchiarlo a causa della sua omosessualità non ancora ufficialmente dichiarata, una continua lotta per le strade di Miami in cui il ragazzo deve difendersi da solo.

Chiron da bambino non comprende subito il motivo per cui viene inseguito e deriso dai suoi compagni, non comprende il significato della parola “frocio”, sarà il trafficante di droga Juan (Mahershala Alì) ad impegnarsi nel rivelargli cosa gli sta succedendo mentre la sua compagna Teresa (Janelle Monáe) proverà a dargli l’affetto e il riparo sicuro che gli é sempre mancato nella casa materna. Crescendo la sua situazione non migliora, continua a non reagire agli insulti, a dimostrarsi debole fino al giorno in cui Kevin (Jharrel Jerome), che considerava suo amico lo picchia davanti a tutti e rimane inerme mentre gli altri bulli lo pestano. Le conseguenze arrivano il giorno seguente quando decide di rispondere con la stessa arma e finire così in riformatorio ad Atlanta, da lì la sua vita prenderà un ulteriore svolta.
Jenkins adatta una storia forte, un viaggio interiore alla ricerca del proprio io, attraversa le strade di Miami attraverso lo sguardo innocente di un bambino che non sa cosa essere, di un adolescente che non ha preso ufficialmente possesso della propria sessualità e della deriva adulta in un mondo a lui perennemente vicino che sembrava apparentemente molto lontano da lui.

moonlight4La strutturazione delle tre fasi di Chiron: Little (Alex Hibbert), Chiron (Ashton Sanders) e Black (Trevante Rhodes) portano lo spettatore ad addentrarsi della vita del ragazzo di Miami, e a vivere con lui tutte le sue preoccupazioni con la sua stessa innocenza bambinesca, ma allo stesso tempo cova con lui la rabbia che man mano cresce durante l’adolescenza per poi ritornare all’insicurezza di chi é cresciuto ma non ha risolto i propri problemi.

Il blocco adolescenziale é quello elaborato meglio rispetto agli altri dove probabilmente lo sceneggiatore-regista non ha voluto osare con maggior intensità per non scadere nel qualunquismo e nel melenso in cui sembra prendere piega in alcuni attimi la narrazione. Ashton Sanders offre un’interpretazione convincente dell’insicuro Chiron acquisendo ulteriore espressività soprattutto nel mostrare la forza repressa e la fragilità a casa di Teresa interpretata dalla cantante Janelle Monáe al suo debutto sul grande schermo.

 

Il nostro parere: 6

Non  era una storia facile da rappresentare senza cadere nel qualunquismo, ma Jenkins ci prova a realizzare una narrazione non eccessivamente appesantita dalla tematica, ma non riesce a regalare un’identità al suo protagonista lasciandolo in un cerchio infernale in cui non é chiaro il suo percorso.

Ad accompagnare stasera la pellicola si presenteranno gli attori Ashton Sanders e Jharrel Jerome che interpretano rispettivamente Chiron e Kevin nell’arco adolescenziale.


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